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 Sagra del pane meliga e dello zangarêu©

Sagra pane meliga e zangareu - MISSINGHERA

Si svolge la prima domenica di marzo in piazza S.Gaudenzio a Galliate

Non tanti anni orsono, in un tempo che però sembra essere lontanissimo, prima dei DVD e dei giochi elettronici, le nonne raccontavano ai bambini storie fantastiche che iniziavano immancabilmente con "C'era una volta..."

Anche la nostra storia, pur essendo una cronaca reale, può cominciare in questo modo, perché affonda le sue radici in un passato che pochi ricordano ancora. Così...

C'era una volta, presso i contadini, la necessità di farsi il pane da sè. Poiché in pochi potevano permettersi un forno proprio, vennero costituiti dei consorzi per la gestione di forni comuni, l'ultimo dei quali esiste ancora, all'interno del Rione Missanghera. Le massaie impastavano un pane povero, fatto mescolando la farina di grano con la più comune farina di granoturco, della qualità bianca però, per far assomigliare questo pane a quello più nobile fatto con il solo grano, e con la segale. Era un pane "a lunga conservazione", nel senso che non veniva preparato giornalmente, ma veniva mangiato anche raffermo. Per poter restituire a chi non ricordava o non aveva mai conosciuto il piacere di gustare quel sapore naturale e genuino, alcuni volontari del Rione, nel 1986, diedero vita alla "Sagra del Pane Meliga". In questa occasione, viene cotto ed offerto il pane meliga "faj 'mè 'na bota, co' mégra biänca e co' biava" (fatto come una volta, con meliga bianca, segale e grano). Naturalmente questo pane non è più prodotto nei forni del tempo che fu, ma viene impastato e cotto grazie alle attrezzature messe cortesemente a disposizione da un laboratorio specializzato.

Altra specialità offerta è lo zangarêu©, tipico biscotto del Rione, protetto da brevetto, anch'esso a base di farina di meliga, la cui ricetta, messa a punto da Bernardo Pollastro (Sacò), vuole ricordare i "brüsarêu", biscotti che si facevano per i ragazzi con gli avanzi ricavati dalla pulitura della madia. Venivano cotti con il pane e, avendo dimensioni notevolmente più piccole delle pagnotte, cuocevano prima e risultavano, alla fine, immancabilmente bruciati!

A proposito di nomi: zangarêu è chi abita in Zanghèra!

 

 

L'êvij 'na bòta i pömmégra

 

O génci ad Gajà                O genti di Galliate

i ténpi in canbià                i tempi sono cambiati

dumà cü d'in Zanghèra   solo quelli di Zanghera

in mantignêu l'üsanza:    hanno mantenuto l'usanza:

i fênr'uncô cò ' biava       lo fanno ancora con la segale

e cò ' mégra biänca.        e con il granturco bianco.

E l'è un pömmégra faju da scròcu             E' un pane meliga fatto da furbo

l'i bón fröscu e l'i bón pòsu,         è buono fresco ed è buono raffermo,

e s'i vurì mangèr bón       e se volete mangiarlo buono

a tucv'a gni 'nt'i nòs cantón.        vi tocca venire nel nostro rione.

Ma jûm'inchè 'na spicialità           Ma abbiamo anche una specialità

che prè i matai jûma studià          che abbiamo studiato per i ragazzi

l'i pusè bôn che i brüsarêu            è più buono del "brüsarêu"

a l'è 'n bunbòn: l'è i zangarêu!     è un dolce: lo Zangarêu!

 

Nando Bozzola

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